Il Ministro delle Riforme Elisabetta Casellati difende il premierato, rassicurando sugli inesistenti rischi di deriva autoritaria.
Elisabetta Casellati, ha recentemente difeso la scelta del governo di proseguire sulla strada delle riforme istituzionali che porteranno all’introduzione del premierato. In un’intervista al Corriere della Sera, Casellati ha spiegato che la decisione è stata presa dopo un anno di confronto con tutte le parti politiche, incluse le opposizioni. Il ministro ha precisato di aver rinunciato all’elezione diretta del Capo dello Stato, come previsto dal programma iniziale, per andare incontro alle richieste delle minoranze, sottolineando il proprio impegno nel dialogo costruttivo.
L’ostruzionismo
Casellati ha inoltre criticato l’ostruzionismo parlamentare, definendo i 3.250 emendamenti presentati in Aula e i 2.600 in Commissione come “uno schiaffo alla Costituzione“. Ha ribadito che saranno comunque gli italiani a decidere sul futuro del premierato, enfatizzando la necessità di rispettare il processo democratico e istituzionale.
Il confronto politico e le polemiche
Il dibattito intorno al premierato non è privo di tensioni. Durante uno scontro in Aula con il capogruppo di Italia Viva, Borghi, Casellati ha risposto alle accuse di offesa personale, dichiarando: “La dialettica politica non può mai far venir meno il rispetto personale e istituzionale, che invece in più occasioni ha fatto mancare nei miei confronti il senatore Borghi. – Così come ripreso da iltempo.it – Le plurime contestazioni riguardavano, per i senatori a vita, il termine ‘eliminare’ che ho usato nel mio intervento. Con il gesto della mano ho accompagnato la frase ‘eliminazione dell’istituto’ e non altro. – Conclude la Casellati – Attendo il riscontro del video, della lettura del labiale insieme alle scuse“.
Riferendosi alla manifestazione della sinistra contro il premierato, Casellati ha espresso disappunto per la scelta di protestare in una giornata simbolica come il 2 giugno, anniversario della Repubblica Italiana. Ha richiamato l’attenzione sul fatto che la riforma del premierato non prevede una riduzione del ruolo del Parlamento, che manterrà il potere di dare e revocare la fiducia al premier. Citando il presidente della Corte costituzionale, professor Barbera, ha sottolineato che l’elezione diretta del premier è compatibile con i poteri parlamentari e non rappresenta alcun rischio di deriva autoritaria.
Infine, Casellati ha respinto con fermezza le accuse di un ritorno al fascismo, paragonandole all’atteggiamento di un soldato giapponese che continua a combattere senza sapere che la guerra è finita. Ha ribadito che la riforma del premierato mira a rafforzare la democrazia, non a comprometterla, e ha invitato a considerare il cambiamento come un passo verso un sistema politico più moderno e rappresentativo.